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2001,
Numero 11

DEMOCRAZIA OLTRE I POLI

di Stefano Carluccio

La salvaguardia di un nucleo autonomo della tradizione riformista del socialismo italiano è in sostanza cị che divide in due il Nuovo PSI. Si tratta di un'altra amara pagina nella storia di un travaglio che si protrae da ormai dieci anni, ma che analizzata con freddezza ci conferma nella fiducia verso una vitalità, per nulla spenta, di principi e di prospettive. Al centro della nostra contraddizione c'è tutta intera la questione democratica, non solo nel partito, ma innanzitutto nelle differenti aspettative sul futuro del Paese. Non bisogna mai dimenticare, né sottovalutare, che la "rivoluzione giudiziaria" aveva lo scopo, poi conseguito, di partorire un regime che riducesse il pluralismo democratico e che sostituisse ai partiti, che erano nel bene o nel male strumento della partecipazione civile, un sistema rigido, elitario, impermeabile alla società civile. La rivoluzione politica di Mani pulite, tuttavia, ha potuto realizzarsi solo con la distruzione manu militari del PSI per una semplice ragione: Craxi era allo stesso tempo indispensabile al quadro politico democratico coś come l'Italia lo aveva conosciuto nei quarant'anni di guerra fredda. Ma con una sostanziale differenza...