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2001,
Numero 9

QUEI SOSPETTI SUL MARTEDÌ NERO NEI MERCATI INTERNAZIONALI

di Massimo Gaggi

Adesso, è il timore di molti, la paura, la necessità di proteggersi da minacce fino a ieri impensabili, rischia di ridurre sensibilmente gli spazi di libertà nelle democrazie industriali. Ma, prima e più ancora di quelle civili, sono le libertà economiche quelle oggi lambite più da vicino dal grande falò del terrorismo internazionale. Può darsi che l'«attacco all'America» provochi un ulteriore calo dei consumi in un Paese in questi giorni semiparalizzato e che ciò favorisca l'avvitarsi di una recessione, così come sono teoricamente immaginabili scenari opposti: una ripresa innescata dalla volontà dell'America di reagire e ricostuire. Il panico che si è diffuso ieri nei mercati dopo una bellicosa dichiarazione dei talebani non fa molto ben sperare, ma soprattutto appare come il riflesso della repentina presa di coscienza del fatto che i mercati globali sono vulnerabili quanto e forse più delle democrazie davanti agli attacchi del terrorismo. Di più: i mercati possono essere il luogo in cui queste centrali del terrore necessariamente dotate di un braccio finanziario per sostenere l'onere delle loro impegnative campagne militari riescono a realizzare enormi profitti speculativi sape...