2001, Numero 9
11 SETTEMBRE 2001 NON C'E' CONFLITTO DI CIVILTÀ
di Henry Kissinger
Gli attacchi terroristici su New York e Washington sono stati, fra l'altro, un segnale di sveglia. Per un decennio le democrazie erano progressivamente cadute preda dell'illusione che le minacce dall'estero fossero spante e che i pericoli, se mai ce ne fossero ancora, avevano soprattutto origine psicologica o sociale, cioè in un certo senso che la storia stessa, come fin qui conosciuta, si fosse trasformata in una suddivisione dell'economia o della psichiatria. Pur avendo subito l'esperienza del terrorismo, questo era generalmente diretto contro la presenza americana all'estero; il suo impatto era essenzialmente simbolico e si fermava ben prima di minacciare le vite dei cittadini e la società civile in America. La nostra reazione consisteva in genere nella condanna, in uno o due raid di rappresaglia e in processi penali contro quei colpevoli che si riusciva a catturare in genere esecutori di basso livello. La situazione attuale richiede un approccio diverso. Il presidente George W. Bush ha giustamente ammonito che gli attacchi su New York e Washington equivalgono a una dichiarazione di guerra. E in guerra non basta resistere; è essenziale prevalere. Gli attacchi su New York e Wash...
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