2001, Numero 7
PIACCIONO ALLA CHIESA
di Roberto Rotondo
Quando il popolo di Seattle dà il via alle manifestazioni di protesta in occasione dei summit dei G8 o delle conferenze della Wto o dei meeting annuali della Banca mondiale, la Chiesa cattolica dov'è, fuori o dentro il Palazzo? La domanda dal vago sapore sessantottino pụ sembrare brutale, ma ha il vantaggio di aprire immediatamente la questione: è un fatto innegabile che negli ultimi tre anni, complice anche il Giubileo del 2000, dedicato alla remissione dei debiti dei paesi poveri, nei discorsi del papa e nei documenti dei vescovi le critiche al fenomeno della globalizzazione sono aumentate notevolmente. A volte con toni molto duri, offrendosi come sponda teorica al popolo di Seattle, variegato mondo di soggetti impegnati nella resistenza a quello che loro stessi definiscono ormai comunemente «l'Impero». Significativo, a questo proposito, l'intervento della Santa Sede alla Terza conferenza delle Nazioni Unite sui «Least Developed Countries» (Bruxelles, 16 maggio 2001): «Non possiamo restare indifferenti a questa situazione. Una società mondiale che lascia coś tanti dei suoi cittadini ai margini del suo progresso non ha titolo di chiamare se stessa globale». La Chiesa sta dunque ...
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