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2000,
Numero 1/2

COMMISSIONE D'INCHIESTA, OCCORRE VIGILARE

di di Ferdinando Cionti

L e critiche sollevate dalla Magistratura alla Commissione Parlamentare d'Inchiesta su Tangentopoli, sono compendiate in questa dichiarazione del giudice milanese Claudio Castelli, vicepresidente dell'Associazione nazionale magistrati «come associazione nazionale magistrati, ci preoccupano invece alcuni passaggi della legge istitutiva, che rendono concreto il rischio di uno sconfinamento istituzionale: la commissione su Tangentopoli non può diventare una sorta di quarto grado di giudizio. Il problema è proprio questo: un'indagine politica strumentalizzata per delegittimare la magistratura». Si tratta di critiche generate da veri e propri equivoci, che vanno chiariti. Innanzitutto le conclusioni della Commissione Parlamentare d'Inchiesta non potranno mai concretasi in "una sorta di quarto grado di giudizio", posto che in ogni caso le sentenze restano quelle che sono. Non è che la Commissione possa riformare o annullare questa o quella sentenza. Potrebbe, per esempio, rilevare che le due sentenze definitive di condanna di Craxi sono state emesse in applicazione di norme processuali riconosciute poi ingiuste, tant'è che si è approvata la riforma costituzionale del giusto processo...