Il 2 agosto 1849 Giuseppe Garibaldi e i suoi ultimi fedelissimi giungevano a Cesenatico: die tro a loro gli inseguitori austriaci e papalini che li tallonavano fin dall'uscita dalla Roma della Repub blica di Mazzini, Armellini e SaffiDavanti a Garibaldi l'ultima speranza, l'Adriatico e la Venezia di Daniele Manin, che ancora resisteva alle armate dell'ennesima Restaurazione italianaDetto e fatto, il soldataccio temprato in cento batta glie, entra come un uragano nel canale leonardesco di Cesenatico, si impossessa di qualche barcone da pesca e si dirige verso la città di San MarcoMa la fuga dura poco: all'altezza di quello che oggi è il confine fra le provincie di Ravenna e Ferrara, davanti ai piccoli legni garibaldini si innalza la flot tiglia austriaca e pontificiaBisogna prendere terra in fretta, gli uomini sono sfi niti e il Generale ha la morte nel cuoreVicino a lui Anita, con un figlio in grembo, non ce la fa piùIl 4 agosto la ragazza brasiliana, che aveva seguito il suo Josè in due continenti, cede alla fatica, alle feb bri, alle privazioniIl luogo dove Anita muore, negli anni diviene un tempio laico a cielo aperto, nel quale generazioni di romagnoli (e non solo) celebrano la...