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2000,
Numero 3

UNINOMINALE, UN FEUDO DEL DEPUTATO

di Piero Gobetti

Nel collegio uninominale il deputato deve prestarsi a tutte le esigenze e a tutti i capricci per non perdere il collegio. Alla fine della legislatura non gli viene domandato conto della sua attività parlamentare, ma della premura posta nel disbrigare gli affari e le domande dei propri mandatari. Se in ciò non fu abbastanza attivo, a nulla varranno i suoi meriti; se poi s'adoperò con zelo nelle distribuzioni delle croci, nel traslocamento dei funzionari, nell'ottenere ciò che si pretendeva in spreto alle leggi o nel salvare dal rigore di queste coloro che vi erano stati in qualunque modo colpiti, allora il collegio diventa per lui un feudo di cui può vantarsi di disporre. Non solo la dignità dell'ufficio, il credito e il prestigio della istituzione vengono ad essere menomati dal concetto basso in cui sono tenuti i rappresentanti della nazione, ma l'intelligenza e l'attività di tanti galantuomini viene in gran parte ad essere assorbita da faccende cui potrebbe attendere un mediocre procuratore. E' doloroso pensare quanti deputati debbono impiegare a rispondere alle lettere e alle sollecitazioni e a percorrere i corridoi dei Ministeri uno spazio rilevante di tempo del quale potrebbero...