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2003,
Numero 6

IL RITORNO DI TUTINO

di Andrea Bisicchia

Per questa novità assoluta di Marco Tutino, il marchio del Teatro Alla Scala appare evidente, nel senso che la produzione è stata eseguita in tutti i particolari, con un cast di notevole importanza che fa capo a Anna Caterina Antonacci e a Michele Pertusi, con una regia illuminata di Giorgio Gallione che ha saputo utilizzare lo spazio del Teatro Studio, con delle trovate semplici, ma ingegnose, e con le scene e i costumi di Guido Fiorato, attenti a rispecchiare la drammaticità dell'argomento. Ma ciò che particolarmente colpisce, di questa messinscena, è il rapporto musicapoesia, affidato a Tutino e alla Valduga, un rapporto che non perde di vista il concetto di armonia ma che, nello stesso tempo, privilegia l'azione scenica. Non dico una novità quando sostengo che questo rapporto è iniziato con Strauss, Shoenberg, Poulenc, Honneger, Milhaud, ma anche con i nostri Pizzetti, Ghedini, Berio, i quali non hanno avuto a che fare con dei librettisti, bensì con dei poeti che posseggono una visione diversa di concepire il libretto. La Valduga ha utilizzato il dramma di Margaret Edson: Wit, premio pulitzer 1998, spinta dal suo interesse per John Donne, poeta inglese del 1600, di cui aveva tr...