2003, Numero 11
LA POLITICA PERDUTA
di Maria Teresa Granati
L'analisi di Revelli si svolge tra un "prologo" in cui si constata e si descrive l'"esplosione" della politica nella "modernità compiuta" e un "epilogo" in cui si prospetta la "ricerca della politica del futuro", nella "città planetaria" della globalizzazione. La riflessione parte dai fatti di via Dubrovska a Mosca e dai commenti di B. Spinelli su "La Stampa" e di B. Valli su "La Repubblica", entrambi impostati sul concetto di "sconfitta" e, addirittura, "naufragio" e "morte" della politica, incapace di giustificare con la "positività dei fini" (la realizzazione del bene comune) la pratica sempre più nuda della violenza e costretta ad evocare la presa del MALE, la forza dell'EVIL, non a caso sempre più presente nei discorsi bellicosi dei potenti del mondo. La questione della politica e della sua "morte" viene quindi esaminata collegandola a quella del male, a partire dal libro di Giobbe, primo, grande trattato sul male, sulla sua forza nel mondo e sul suo rapporto con la giustizia di Dio. Giobbe protesta contro Dio perché il dolore non ha ragione né regola né senso; nulla lega la sofferenza alla giustizia, la pena alla colpa; Dio annienta l'innocente e il ...
| |