Il romanzo di Christa Wolf è una versione moderna e rivisitata del mito di Medea, tramandato sino a noi da diversi autori dell'antichità classica. Una rilettura originale presentata già nelle pagine introduttive, dove la scrittrice dichiara di voler "tendere le mani" agli "antichi" trattandoli da eguali, cercando di ricostruire la loro storia "a piccoli passi, rispettando il tabù". L'incontro con questi "ospiti estranei" non è soltanto la ricerca del grande segreto della loro vita, ma è, nello stesso tempo,l 'aggancio attraverso cui "il nostro tempo ci incontra" nelle profondità delle nostre esistenze, se sappiamo avvicinarci ad esse senza "giudizi sommari" od occhiate frettolose. In tal modo, la riscoperta dei classici apre la strada ad un nuovo umanesimo, perché la nostra epoca non si differenzia molto da quella di Medea, gli stessi personaggi sono tuttora vivi e operanti in noi, le loro voci sono le voci interiori delle nostre coscienze. In questo modo il lettore si appassiona al susseguirsi di voci distinte e isolate tra loro che, come perle di una collana, formano insieme il romanzo, portando avanti la vicenda in toni intimisti e autoreferenziali. Ciascun personagg...