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2004,
Numero 10

DELLA STORIA

di Luca Gallesi

Di Stefano Merli si sono giustamente ricordate, oltre ai meriti di studioso, le qualità di docente, apprezzato per essere un uomo preciso, disinteressato e generoso come solo raramente sanno essere coloro che, volenti o nolenti, fanno parte di un sistema di potere quale è il mondo universitario. Dieci anni dopo la sua scomparsa, mentre il tempo rende giustizia anche alla sua lungimirante visione politica, desidero ricordarlo come un amico e quasi parente, dato che ho sposato la figlia della sua compagna, e gli ho dato l'opportunità di comportarsi da nonno efficiente e affettuoso, seppure per un tempo troppo breve, nei confronti di mia figlia. All'inizio della nostra frequentazione, Merli pensava scherzassi quando commentavo provocatoriamente i fatti della politica con un taglio molto lontano da quelli a cui era abituato, ma stranamente dato il carattere impulsivo e bizzoso che si ritrovavanon si arrabbiava di fronte ai reati di lesa maestà di cui spesso mi macchiavo. Se irridevo alla retorica resistenziale del suo idolo Pertini e di molti altri personaggi che dell'antifascismo avevano fatto una ben retribuita professione, suscitavo imbarazzo e scandalo più negli altri ascoltatori c...