Ho visto, per la prima volta, recitare Eccehard Schall, al Festival di Venezia del 1966, in occasione della prima tournée in Italia del Berliner Ensemble; mi ricordo il suo vitalissimo Coriolano, ma anche lo straordinario Arturo Uiche già conoscevo per la memorabile interpretazione di Franco Parenti, con la regia di Gianfranco Debosio, realizzata nel 1961 per lo Stabile di Torino. L'ho poi rivisto a Milano nel 1985, protagonista di Il cerchio di gesso del Caucaso, oltre che di un recital di "inediti" di Brecht, di cui Schall aveva sposato la figlia. Ne apprezzai l'energia naturale, l'istrionismo anche se messo al servizio del teatro epico che, di certo, non amava gli istrioni, la forte gestualità, la straordinaria presenza scenica. Non era alto di statura, ma mostrava l'altezza del grande attore. Oggi Schall ha 74 anni e, all'apice della sua carriera, ha voluto raccogliere una serie di lezioni, seminari, discussioni, dimostrazioni, in un volume che Ubulibri ha appena pubblicato (euro 20,00) con una introduzione di Maria Grazia Gregori. Si tratta di una vera e propria occasione per ritornare ad esplorare, non solo un modo di fare teatro, ma anche il significato che riesce a manten...