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2004,
Numero 6

ETICA E VERITÀ

di Roberto Rizzente

Esistono momenti, nella vita, in cui le passioni, gli interessi conoscono un loro sbocco naturale e si manifestano. Idee, ipotesi di ricerca trovano, come in un gioco di specchi, il punto di sfogo in forme e modi magari inaspettati ma che illuminano, retrospettivamente, tutte le caratteristiche stilistiche e le peculiarità di un autore. È il caso di Emilio Tadini: pittore, critico, traduttore, poeta, scrittore affermato; nel 1997, a settant'anni (Tadini nasce a Milano il 5 giugno del 1927), pubblica per Andrée Ruth Shammah, che la metterà in scena, il monologo La deposizione. Un'opera indubbiamente affascinante, quasi perfetta nella sua essenzialità e che rivela, nell'esplosiva varietà dei toni, nell'istrionismo e nella facilità affabulatoria della protagonista, un lungo tirocinio e un profondo interesse per il teatro da parte dell'Autore. Un interesse che muove da lontano, dagli anni del dopoguerra, anni di rovina, dove la cultura è a un punto di svolta e il teatro sembra farsi portavoce delle esigenze di rinnovamento. <<Subito dopo la liberazione, c'è stato un grande rilancio del teatro, si andava trequattro volte alla settimana>>, <<Il teatro nel dopoguerra si ...