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2005,
Numero 1/2

La struttura macroeconomica dell’Eurozona

“La crescita a lungo termine è il problema economico in assoluto più importante in Europa. Vale dunque la pena dedicare sforzi alla riforma della sua struttura. La politica macroeconomica può essere considerata come un’assicurazione che può facilitare il comportamento favorevole alla crescita e contribuire a rafforzare le riforme strutturali. Tali riforme consistono nel negoziare costi a breve termine con guadagni a lungo termine”.
di Jean Pisani-Ferry

Le discussioni sulla struttura macroeconomica dell’Eurozona proseguono ormai fin dai preparativi per i negoziati di Maastricht del 1989. A quindici anni di distanza e a cinque anni dal lancio dell’Euro, la loro intensità non accenna a diminuire. Mentre la moneta comune è ormai consolidata, si sta ancora lavorando sul più ampio sistema dei principi macroeconomici, con le relative regole e istituzioni. In questo scenario di diffusa insoddisfazione sui risultati macroeconomici dell’Eurozona, gli accademici al pari dei politici continuano a discutere della necessità di una riforma e della sua direzione. Le istituzioni europee non sono rimaste estranee al dibattito. Nel maggio 2003, la Banca Centrale Europea (BCE) ha introdotto delle variazioni nella struttura della strategia monetaria. Nel 2003, dopo che il commissario europeo Romano Prodi aveva fatto una famosa dichiarazione in merito alla “stupidità” del Patto di Stabilità e di Crescita (PSC), la Convenzione ha compiuto un tentativo (per la maggior parte fallito) di affrontare la problematica della governance economica nella bozza del trattato costituzionale. Il 25 novembre 2003, il consiglio ECOFIN ha messo “in sospeso” l’attuazione...