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2005,
Numero 1/2

Nuova UE e il federalismo competitivo

“La modernizzazione delle economie europee non è una questione che possa essere affrontata senza ripensare le stesse categorie sociali e politiche dominanti. La modernizzazione comporta necessariamente un’estensione dell’area delle decisioni private, ed una riduzione delle posizioni di monopolio politico-istituzionale. La sola maniera perché essa effettivamente si realizzi è una scomposizione dei clivages ideologici tradizionali, ed una loro ricomposizione secondo linee nuove”.
di Angelo Petroni

Sono passati più di quattro anni da quando i capi di stato e di governo dell’Unione Europea adottarono la cosiddetta Agenda di Lisbona. “L’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo” rimane un obiettivo comparativamente più lontano oggi di quanto non fosse allora. Perché questo è avvenuto? Cosa dovrebbe cambiare davvero? Delle tante risposte, e dei tanti fattori causali, qui ci proponiamo di evidenziarne due. La prima riguarda la struttura istituzionale che l’Europa si è voluta e si vorrà dare. La seconda riguarda la logica che supporta il welfare state.

Quali istituzioni dell’Unione per la crescita economica?
Il progressivo completamento di un efficiente mercato unico è universalmente considerato come un elemento essenziale per la realizzazione dell’Agenda di Lisbona. Non vi è alcun dubbio che ciò sia vero. Il problema è come pervenire a questo completamento, e su quali basi istituzionali fondarlo.
La ragione fondamentale in favore un approfondimento delle istituzioni dell’Unione è che soltanto un impianto istituzionale con caratteristiche di tipo autenticamente costituzionale può garantire la creazione di uno spazio economico comune, abbassando i costi...