2005, Numero 1/2
Accelerare le riforme, migliorare il coordinamento
“A partire dagli anni novanta vari passi sono già stati compiuti ma vi è ancora molto da fare nella modernizzazione del modello sociale europeo che resta la grande priorità dell’agenda di policy nazionale e sovranazionale”
di Maurizio Ferrera
Il welfare costituisce un patrimonio istituzionale prezioso che l’Europa (l’Unione europea) può mostrare alle altre regioni del mondo, convincendole che è possibile coniugare virtuosamente crescita e coesione, mercato e protezione sociale, valorizzazione dei meriti e sostegno ai bisogni. Se la missione ideale e l’impalcatura generale di questo patrimonio istituzionale mantengono oggi intatta la loro validità, vi sono tuttavia molti aspetti che necessitano revisioni e aggiornamenti. Lo stato sociale europeo è nato per rispondere alle sfide dell’era industriale e per servire gli interessi dello stato nazione. Il contesto di riferimento esterno è oggi radicalmente cambiato. Dal canto suo, il funzionamento interno dei programmi di welfare ha messo in luce problemi di efficienza e di efficacia che invitano un ripensamento generale dei confini fra pubblico e privato, fra responsabilità collettiva e individuale. Nessuna istituzione può sopravvivere senza adattarsi. L’Europa deve cogliere questa sfida: deve adattare il welfare al nuovo contesto, rendendolo al tempo stesso strutturalmente più adattabile. A partire dagli anni novanta vari passi sono già stati compiuti in direzione di questo ...
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