2005, Numero 1/2
La matrice liberale della nuova socialdemocrazia
“Tra destra e sinistra sono diminuite le differenze nel quadro di riferimento filosofico. L’esistenza di una base comune ha grandi meriti primo fra tutti quello di non spaccare la comunità politica in due parti che non si comprendono tra loro”.
di Michele Salvati
Sono un commentatore abituale dei prodotti ideologici di Anthony Giddens. Due commenti impegnativi, il primo al volume originale sulla Terza via (1998), il secondo a quello che gli ha fatto seguito (il migliore, a mio modo di vedere, tradotto nel 2000 da Carocci col titolo “Cogliere l’occasione”), li ho ripresi nella terza parte de “Il partito democratico” (Mulino, 2003). Qui traduco, riassumo e aggiorno un commento dedicato al prodotto più recente (A Progressive Manifesto), esposto ad un convegno sul liberal-socialismo tenutosi a Torino nel marzo scorso: ho ricordato i precedenti affinché il lettore, se proprio gli interessa, possa farsi un’idea più completa di quel che pensa Tony Giddens e di quello che io penso di lui. Di lui penso molto bene e volentieri mi sono fatto portatore delle sue idee, con alcune riserve critiche che diverranno chiare fra poco: ero in larga misura d’accordo col lavoro originale sulla Terza via e condivido i motivi che hanno indotto lui e gli altri coautori (a differenza dei primi due libri, questo è un lavoro collettivo) a presentare i loro argomenti in modo un po’ diverso. Il primo è che time goes by, come cantava Nat King Cole, dunque che nuovi fatti ...
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