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2005,
Numero 1/2

La sussidiarietà fiscale come fattore di democrazia sostanziale

“Cosa significa oggi essere padroni dell’imposta? Con la globalizzazione, infatti, la ricchezza si sottrae al vincolo territoriale: non è più lo Stato che sceglie come tassare la ricchezza, ma è la ricchezza che sceglie dove essere tassata”.
di Luca Antonini

Il mondo sta cambiando, con epocali trasformazioni che coinvolgono e quasi trascinano via uno dei concetti cardine elaborati dalla scienza politica e giuridica moderna: l’idea di sovranità.
In realtà, quello che oggi accade non ha fatto altro che problematizzare ulteriormente una categoria già da tempo in discussione; percepito nel dibattito giuspubblicistico fin dalla prima metà del Novecento, il fenomeno dell’“eclisse” o del “crepuscolo” della sovranità è venuto, tuttavia, sempre più acutizzandosi verso la fine dello scorso millennio.
In questa sede si vuole evidenziare un aspetto particolare del fenomeno: quello inerente alla “questione fiscale”, da sempre legata a quella della democrazia come dimostra l’antico principio “no taxation without representation”.
Edmund Burke, in un discorso rivolto a conciliare la controversia con le colonie americane, ricordava, infatti, che “… fin dall’inizio le più grandi battaglie per la libertà si sono combattute intorno a questioni di tassazione”. La stessa rivoluzione francese è attraversata dalla questione del consenso all’imposta. Nella Francia prerivoluzionaria, nei chaiers de doléances l’idea del consenso all’imposizione era così comune ...