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2005,
Numero 3/4

La Bad Godesberg della Resistenza nel sesto decennale

“Per la storiografia marxista dominante, i veri leader della Resistenza (quali il capo politico Alfredo Pizzoni, presidente del CLNAI e il capo militare, Raffaele Cadorna, alla guida del Corpo Volontari per la libertŕ) sono rimasti sconosciuti insieme ai 35.000 militari morti contro i nazisti e i 78.000 militari che persero la vita nei lager dove furono internati i 600.000 che rifiutarono di schierarsi con i tedeschi. E gli anglo-americani che hanno liberato l’Italia sono stati tramandati come i fondatori della Mafia”.
di Ugo Finetti

Anche la Resistenza italiana comincia – con quasi mezzo secolo di ritardo - ad incamminarsi verso Bad Godesberg, la cittadina termale vicino a Bonn, in Renania, dove i socialisti tedeschi, dopo il crollo dello stalinismo e l’intervento sovietico in Ungheria del ’56, decisero di mandare “Marx in soffitta” e di liberarsi del materialismo storico.
Questo sesto decennale della Liberazione sta segnando anche in Italia l’inizio del declino di quella che era stata la interpretazione prevalente della Resistenza nel segno cioč della lettura classista della storia in generale e del Novecento in particolare come teatro di scontro tra capitalismo reazionario e movimento operaio, tra forze della conservazione a deriva fascista e schieramento democratico imperniato sul movimento operaio. Ancora nel precedente decennale - con Luigi Berlinguer ministro della Pubblica istruzione e Luciano Violante presidente della Camera - le pluriennali celebrazioni avevano avurto tra i momenti piů solenni un Convegno dell’aprile del 1998 presieduto dal leader dell’Anpi Arrigo Boldrini (il “leggendario” comandante partigiano comunista “Bulow”), da Violante e con la partecipazione del “gotha” dell’antifascismo acca...