2005, Numero 3/4
L’Europa in ansia per il referendum popolare francese
“Per quanto significativo e di effetto mediatico inconfutabile, non è solo il referendum sulla Costituzione – in Francia e poi negli altri Paesi dove è previsto – che definirà la direzione verso cui si sta muovendo l'Unione. Purtroppo, numerosi segnali testimoniano che questa spinta propulsiva manca o è molto debole”.
di Enrico Letta
Con il 29 maggio si aprirà per l'Europa un’importante stagione di riflessione. Sia nel caso in cui nel referendum francese sulla Costituzione prevalgano – come auspichiamo – i sì. Sia, soprattutto, nella malaugurata ipotesi che vinca il no. E' in gioco il futuro di un progetto, di un sogno lungo cinquant’anni, che, per continuare a vivere, necessita di realismo e pragmatismo. Ma anche di quella forza propulsiva un po' visionaria che ha spinto i leader europei del secondo dopoguera a prendere decisioni coraggiose e lungimiranti. Per quanto significativo e di effetto mediatico inconfutabile, non è solo il referendum sulla Costituzione – in Francia e poi negli altri Paesi dove è previsto – che definirà la direzione verso cui si sta muovendo l'Unione. Purtroppo, numerosi segnali testimoniano che questa spinta propulsiva manca o è molto debole. L'eccessivo allentamento dei vincoli comunitari, la tendenza alla ri-nazionalizzazione di alcune politiche, l'impegno all'allargamento senza il conseguente indispensabile adattamento delle istituzioni e l'ipotesi di diminuzione delle risorse finanziarie dell'Unione lasciano tutti presagire quantomeno un indebolimento della spinta integrazi...
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