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2005,
Numero 3/4

Reagire al declino, competitività e specializzazione

“Occorre potenziare in Italia le fasi più alte e ricche del processo produttivo concentrandosi sulla qualità del prodotto della sua progettazione e commercializzazione. Un processo che si può avviare investendo in ricerca innovativa, ma a condizione di aumentare le dimensioni delle stesse imprese In questo quadro uno dei nodi da sciogliere è la destinazione dei tagli alle tasse verso l’occupazione e la riduzione del costo del lavoro alle imprese”.
di Gianfranco Borghini

Con l’insieme delle misure contenute nel decreto-legge e nel disegno di legge sulla competitività il Governo ha cercato di delineare una strategia volta ad arrestare e, se possibile, rovesciare la tendenza, in atto ormai da troppo tempo, al declino del nostro apparato produttivo. Quello del declino o, se si preferisce del declassamento, della marginalizzazione, della stagnazione dell’economia è un problema europeo e non soltanto italiano. In Italia però si è manifestato in modo particolarmente acuto. L’Italia perde posizioni non solo nei confronti della Cina, dell’India o degli Stati Uniti ma anche nei confronti della Gran Bretagna, dell’Irlanda, della Spagna e perfino della Francia. C’è, insomma, un problema di stagnazione/declino che è comune a tutti i Paesi del vecchio continente. Ma c’è poi un problema italiano che fa si che questo fenomeno negativo assuma qui da noi un carattere di particolare gravità. I due problemi sono ovviamente intrecciati e vanno affrontati contestualmente. L’Europa deve attivare politiche di sviluppo e questo compito non può essere demandato alla sola Banca Centrale Europea ma deve coinvolgere la Commissione e lo stesso Parlamento. Ma una politica di ...