2005, Numero 5
Una dignitosa obbedienza non può essere una “libido servendi”
“Gianni Baget Bozzo osservava che “in tutti i momenti travagliati un popolo cattolico guarda alla Chiesa”. Non gli era venuto in mente che, in luogo del popolo, sarebbe stato un Parlamento a guardare in quella direzione, come ha fatto il Parlamento italiano in occasione delle discussioni sulla legge 40”.
di Luigi Covatta
Trentacinque anni fa la Chiesa italiana, prima di autorizzare la DC a subire l’approvazione della legge sul divorzio, pretese che venisse promulgata la legge sul referendum abrogativo. Ora invece la Chiesa italiana, per difendere la legge 40, pretende di sabotare il referendum. In trentacinque anni, ovviamente, sotto i ponti del Tevere di acqua ne è passata molta, e ha portato con sé molte cose, comprese la DC e la Repubblica da essa governata per cinquant’anni. Ma questa constatazione non basta a spiegare il rovesciamento di prospettiva della gerarchia ecclesiastica italiana, quale si manifesta nel trasferimento di fiducia dal popolo al parlamento. Di questo, infatti, innanzitutto si tratta. Ed è paradossale che questo rovesciamento si sia verificato proprio quando, nel parlamento, non siede più un partito cattolico. Gianni Baget Bozzo, per la verità, aveva previsto fin dal 1994 che l’estinzione della DC avrebbe determinato uno scenario in cui “il ruolo della Chiesa” avrebbe potuto “essere più rilevante e assumere altre forme” (Cattolici e democristiani, Rizzoli, p. 7). Ma queste “altre forme”egli le individuava a partire dal “pensiero del papa, quando ricorda che in tutti i mome...
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