Un anno prima di essere ucciso Walter Tobagi aveva intitolato la sua ultima ricerca storica “Il sindacato riformista” e vi aveva messo come epigrafe una frase di Filippo Turati: “Negli scioperi qualche volta dobbiamo essere moderatori, non volendo tagliare l’albero per mangiare i frutti”. Riformista e Filippo Turati: una parola ed un nome all’epoca – nel 1979 - considerati come espressione di un passato remoto e fallito. Ma non per Walter Tobagi che studia e sostiene l’importanza - e l’attualità - dell’esperienza riformista nella storia del sindacalismo italiano concentrandosi in particolare su due periodi che egli definisce di crescita democratica: i primi del Novecento ed il secondo dopoguerra. Si tratta di due periodi “maledetti” per la cultura di sinistra dominante. Il fascismo è infatti insegnato come figlio dell’Italia liberale e padre dell’Italia della ricostruzione. Giorgio Rochat così riassume il punto fermo della storiografia che si affermò sull’onda del ’68 nel trentennale della Liberazione celebrato nel 1975: "La sottolineatura della continuità della società e della politica italiana da Giolitti a De Gasperi attraverso Mussolini: una continuità tra scelte moderate e n...