2005, Numero 5
Le liste civiche. Una vecchia idea di Nenni e Togliatti
“Queste liste vengono spesso rappresentate come una innovazione della cosiddetta seconda repubblica, un modello di democrazia “più” partecipata e diretta, un esempio di come si sia ridotto lo strapotere che in passato avevano i partiti. Ma è proprio così? Basta guardarsi indietro per rendersi conto che si tratta di una mistificazione”
di Walter Marossi
Il dibattito politico nel nostro paese vede ormai da alcuni anni affiorare periodicamente in occasione delle elezioni amministrative la questione delle liste del sindaco e delle liste civiche, tema che con la recente cconsultazione di Catania ha assunto una importanza nazionale Queste liste vengono spesso presentate come una innovazione della cosidetta seconda repubblica, un modello di democrazia “più” partecipata e diretta, un esempio di come si sia ridotto lo strapotere che in passato avevano i partiti,. Ma è proprio così? Basta guardarsi indietro per rendersi conto che si tratta di una vera mistificazione. Ricordo due casi emblematici. Roma 1952 Le elezioni amministrative precedono quelle politiche previste per il 1953, Nenni d’intesa con Togliatti ha assunto la decisione di non presentare liste unitarie con i comunisti ma mentre nei vertici dei due partiti la convinzione che l’esperienza del blocco sia definitivamente superata è cosa fatta non altrettanto si può dire delle organizzazioni periferiche del partito. Per evitare la lista unitaria Nenni si impegna in una lista civica. Scrive nel suo diario: “Non avevo contro la lista cittadina, obiezioni di principio, anche se la co...
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