2005, Numero 6/7
L’“uso politico” di Mazzini nella costruzione dell'identità italiana
“Attorno al Risorgimento è in corso da più di un decennio una battaglia politico-culturale non indifferente sulla fondazione della nazionalità, se essa sia stata un atto di sangue e totalitario ovvero un'offerta di identità pubblica. La questione Mazzini fa parte di una filiera che non si esaurirà con questo Bicentenario, ma che arriverà ad allungarsi almeno sino al 2011, il 150° dell'Unità per un giudizio sui risultati istituzionali e sociali”.
di David Bidussa
Nel corso del Novecento la figura di Mazzini, è tornata più volte nella riflessione pubblica come misuratore efficace delle condizioni culturali dell'Italia. Se ancora all'inizio del secolo, dopo molti anni di incertezza e comunque di “culto ristretto” ai limiti dell'antistituzionale Giuseppe Mazzini entrava buon ultimo nel “Pantheon” nazionale e nella biblioteca dell' italiano con l'introduzione Dei doveri dell'uomo nelle scuole medie del Regno come testo di educazione civica, e solo con gli anni '20 si poteva dire affermato il suo nome nell'onomastica delle strade e delle piazze delle città italiane, tutto questo, tuttavia non toglieva che intorno alla sua figura il conflitto non solo delle interpretazioni, ma anche dell'appropriazione politica fosse tutt'altro che chiuso. E' un conflitto, tuttavia, che sarebbe sbagliato - o almeno miope - analizzare limitatamente alla sola figura di Giuseppe Mazzini. All'interno di quel confronto stava allora il tema del Risorgimento, della sua eredità e della sua collocazione nella storia nazionale. Un confronto che è ancora aperto per noi oggi. Queste note si dividono sostanzialmente in due parti. Nella prima parte considererò molto rapidame...
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