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2005,
Numero 6/7

Mazzini, il riformismo e la doppia identità della sinistra italiana

“C'è un'identità che si rivendica riformista, ma una memoria che si richiama ad un passato opposto. Non la si abbandona per aderire ad altre identità più coerenti, ma la tiene di riserva come per ripristinarla. Una dissociazione paralizzante”.
di Roberto Chiarini

Faccio fatica a unificare il problema che aleggia nella tavola rotonda e la provocazione è più mirata agli storici che non al dibattito sulle culture liberali, laburiste, riformiste dell'Italia.
A quel che ho sentito vorrei aggiungere un ulteriore tassello che si sposta sulla dimensione eminentemente della cultura politica. E' difficile avere una cultura politica a monte che orienti nel progetto, perché la storia della sinistra italiana ha avuto tante lacerazioni ma quasi sempre c'era una cultura politica chiara che orientava l'azione.
C'è stata anche una usura delle parole: infatti ci chiamiamo liberali, liberalsocialisti, laburisti. Il riformismo adesso è quello che va un po' più in voga ma vorrei mettervi all'erta, perché può essere uno scudo che costruisce un alibi per una cultura irrisolta e ambigua.
Se chiedessi di chiarire, quando si parla di riformismo, a cosa ci si riferisce, credo che avrei un enorme imbarazzo. Ci ho riflettuto e propongo qualche riflessione in proposito che forse aiuta anche a prendere coscienza della voluta e non risolta ambiguità di questo termine che per fare un confronto comparativo con la storia europea, in Italia si arricchisce di ambiguità protr...