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2005,
Numero 8

“Un energumeno dall'eloquenza di un uragano”

“Così lo definiva Metternich dichiarandosi preoccupato di non riuscire a cogliere il profilo dell' esule italiano. Mazzini non fu un uomo d'azione, ma un grande costruttore di opinione pubblica”.
di Zeffiro Ciuffoletti

Dopo il fallimento della tentata spedizione in Savoia e la concomitante insurrezione di Genova, i seguaci di Mazzini che riuscirono a scappare si rifugiarono in Svizzera, dove dal 1833 si era stabilito il fondatore della Giovine Italia. Ricercato ormai dalla polizia di mezza Europa, Mazzini era additato da Metternich come individuo “pericoloso” per l’ordine pubblico tanto che a coloro che davano per spacciato il cospiratore italiano, il potente Ministro austriaco rispose che non sarebbe stato facile togliere di mezzo quell’ “energumeno dall’eloquenza di uragano” in grado di “raccozzare le sue file troncate e scuotere i troni della penisola fino a vederli in frantumi”.
In realtà Mazzini, sullo sfondo della cultura romantica europea, rappresentava l’incarnazione della passione rivoluzionaria patriottica come fede secolarizzata, ma il suo profilo non era tanto semplice da trattare, perché Mazzini aveva più una vocazione pedagogica che di uomo d’azione o demagogo, né fu mai un capo carismatico. Esercitava un fascino tra i giovani e le donne proprio perché apriva il suo animo e parlava con calore, ma non imponeva le sue idee.
Per questo Metternich non riusciva a capirlo e lo definiva u...