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2005,
Numero 9

La sola tutela delle imprese non è sufficiente a garantire il benessere

“Per garantire stabilità e crescita economica occorre una spinta liberale. Non esiste un unico modello sociale europeo, ma ogni Stato ha la sua tradizione. La sfida europea è quella di aggiungere qualcosa in più ad ogni welfare nazionale: impostando così il problema si possono fare passi avanti sulla strada della integazione”.
di Douglas Alexander

Nel corso dela Conferenza del Labour party di quest’anno, si è discusso molto del modello sociale europeo ma se mi è concesso desidererei partire da un’osservazione. In un suo famoso discorso della metà degli Anni 80, l’allora Presidente della Commissione Europea, Jacques Delors, definì l’Europa un progetto non prevedibile ma concepibile. Credo sia questo l’aspetto che rende la politica europea particolarmente intrigante. E credo stia a noi cogliere l’opportunità di fare nostra la sfida europea. Prima di entrare nello specifico della questione sull’Europa sociale, desidero soffermarmi sul valore storico dell’integrazione britannica in Europa.
L’ingresso del Regno Unito viene spesso spiegato con due ordini di motivi: uno di carattere economico, ovvero con l’idea di costruzione di un grande mercato comune; l’altro di natura politica, la necessità di garantire pace al continente. Io non credo che queste ragioni aiutino a consolidare in Gran Bretagna il consenso verso la Comunità Europea. A riguardo credo infatti necessario proiettare al futuro e non rivolgere al passato le sfide-chiave della nostra partecipazione all’Unione Europea. Non è un traguardo, questo, che potremo conseguire ...