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2006,
Numero 1/3

Giustizia senza libertà

di Ugo Finetti

A mezzo secolo dalla denuncia dei crimini di Stalin da parte dello stesso vertice del PCUS e a quindici anni dal crollo dell’URSS, in Italia tre partiti che si richiamano – tutti e tre - alla “lezione” di Gramsci, Togliatti e Berlinguer si candidano alla guida del governo del Paese e ai vertici dello Stato forti di un consenso – secondo la quasi totalità dei sondaggi – che supera il trenta per cento dell’elettorato sfiorando il massimo storico conseguito dal PCI trent’anni or sono.
In Italia si è cioè diffusa e consolidata - a livello di giudizio storico, di opinione comune nei mass media e, non ultimo, di testi di insegnamento tra le nuove generazioni - la convinzione che il comunismo sia stato un grande ideale poi rovinosamente attuato. Non avendolo però noi in Italia conosciuto come attuazione, bensì solo a livello di progettazione, abbiamo quindi beneficiato della sua parte positiva, mentre quella negativa ci sarebbe stata risparmiata: il “comunismo realizzato” costituirebbe un “altro da noi”, un “altrove” da cui saremmo stati incontaminati.
Continua così a crescere l’idea di una sostanziale diversità, estraneità ed eccezionalità dell’esperienza del comunismo italiano rispetto...