2006, Numero 1/3
Partito democratico? Due ipotesi alternative
di Sergio Scalpelli
Scenari italiani: il centrosinistra vince le elezioni, i diesse stanno sopra il 20 %, la Margherita intorno al 12, la rosa nel pugno vicina al 4. Nel centro destra, pure sconfitto , si apre una fase di riorganizzazione che mette in gioco soprattutto le forze centriste, la legge elettorale non si tocca più, siamo in un sistema proporzionale pasticciato, ma proporzionale. Che dire del Partito Democratico? Come immaginare di intraprendere un cammino che, per essere credibile, deve fondarsi sin dalla fase costituente sul concorso di pezzi della società italiana che hanno sempre militato nel campo dell’ anticomunismo democratico ? Sarà un bel dilemma. Sarà soprattutto un bel problema per Francesco Rutelli. Rutelli nel corso dei tre anni che ci stanno alle spalle ha prodotto innovazione politica più di chiunque altro. Ha fatto della Margherita il motore del progetto di partito Democratico, ha saldato, nel rispetto delle culture politiche originarie, esperienze e tradizioni diverse, ha aderito con molta decisione alla ricerca programmatica del New Labour di Blair, senza fronzoli, anche su cruciali questioni di politica estera e proprio per questo sa bene che nei prossimi anni la resa ...
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