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2006,
Numero 1/3

La deriva oligarchica e il nuovo partito della Democrazia

“Viene meno il partito-ideologia che pensa che le proprie idee non solo orientino, ma che crede di trovare in se stesso la chiave per predire il futuro. Viene meno il partito – Stato che crede di rappresentare la totalità degli interessi. Non viene meno il partito ricco di idee, di programmi e di proposte accessibile alla partecipazione dei cittadini”.
di Massimo Cacciari

Intervento svolto al convegno “Il partito democratico” per l’inaugurazione della 2° edizione del Corso di Formazione Politica di Milano patrocinato dalla Margherita.

Cercherò di essere breve e di indicare sommariamente le linee o il quadro generale in cui collocare il problema di questo nuovo soggetto politico. Prima di affrontare la questione però, forse sarebbe il caso di intendersi sul termine “partito”. Perché, prima ancora del nome e dei contenuti che dovranno riempire questo nome, dovremmo riflettere su un sintomo che ritengo quanto mai significativo e che non è affatto un vezzo: il proliferare di nomi dei recenti partiti che si sono affacciati sulla scena politica, ereditando più o meno gloriosi passati. Non vi è alcun dubbio che questo fiorire di nomi è sintomo di uno svuotamento reale e, per certi versi, drammatico delle culture politiche passate. E’ sintomo dell’oggettiva difficoltà o dell’impossibilità di trovare in quelle culture un radicamento ideologico, di valore, così come un radicamento sociale, un forte riferimento sociale sia esso di ceto, di classe o di interesse determinato. Insomma, il fiorire – in tutti i sensi - di nomi nella nostra recente storia politica ...