1997, Numero 1
ITALIANI BOAT PEOPLE
di Margherita Boniver
Che le istituzioni albanesi, dopo anni di ottusa e feroce dittatura comunista, dovessero trovare difficoltà ad imboccare in modo autonomo e deciso la strada della democrazia e del libero mercato era più che comprensibile. Doveva essere compito delle diplomazie europee vegliare. Che buona parte di una società, vissuta per cinquant’anni con la metà dei suoi componenti occupati esclusivamente nell’attività di spiare (ma anche ricattare) le attività dell’altra metà alla quale si impediva perfino di possedere un’oca o un vitello più del concesso (scoperchiandogli le stalle e i pollai per meglio controllarli), finisse per confondere la libertà d’impresa con la libertà di frode e di reato, andava messo nel conto. I nostri servizi segreti avrebbero dovuto informare. Che molti cittadini albanesi, stufi per le troppe ristrettezze, il perdurare delle angherie e le scarse speranze, cercassero una vita migliore nell’emigrazione verso paesi più fortunati e soprattutto verso la dirimpettaia Italia era evidente. Era nostro interesse cautelarci. Resta quindi misterioso come i governi italiani succedutisi dopo il ‘93 non abbiano tenuto sufficiente conto di tutto questo e le relative conseguenze che ...
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