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1997,
Numero 1

Vendita al dettaglio

di Massimo Pini

Pochi ricordano che Giuseppe Guarino fu ministro dell’Industria e delle Partecipazioni statali nel governo di Giuliano Amato. In quella veste egli fu il padre del decreto-legge 333 dell’11 luglio 1992, che trasformava gli enti pubblici economici in società per azioni e prevedeva il loro riaccorpamento in due super-holding.
Dalla conversione in legge, scomparve la fase ricostruttiva, che avrebbe dovuto assicurare all’Italia due forti strutture finanziario-industriali nell’ambito di una politica industriale nazionale che teneva conto delle nuove condizioni dettate da Maastricht e dalla globalizzazione. Nel libro di Gianola “L’illusione del mercato”, Amato ricorda: “Il progetto non funzionava. E per la verità, poi, Guarino iniziò a mettersi di traverso sui progetti di governo, iniziò a remare contro la nostra linea di privatizzazioni. Fino a quando mi costrinse... a revocargli le competenze per le privatizzazioni”. Il 21 febbraio 1993 divenne così ministro senza portafoglio per le privatizzazioni il banchiere pubblico e amico di Amato Paolo Baratta. Contro Guarino sì sviluppò una campagna di stampa: il “Sole-24-Ore” arrivò a dichiarare che non avrebbe mai più citato il nome del minis...