1997, Numero 1
MA LA FRANCIA TEME IL DOLLARO
di Andrea Zelent
La ricerca della stabilità monetaria da parte dei partner europei risale all’inizio degli anni Settanta. Adesso l’obbiettivo dell’irreversibile ancoraggio della Germania unificata ad una dimensione politica dell’Europa, si riflette nei Trattati di Maastricht. Si può osservare che tale obiettivo è stato il cavallo di battaglia di François Mitterand, ereditato da Jacques Chirac a denti stretti. Dal canto suo, Helmut Kohl, ricandidatosi al cancellierato, non nasconde di voler mantenere lo stesso obiettivo, nonostante un’epidermica avversione da parte della Bundesbank e di ampi settori della politica (a sinistra per i deprimenti effetti sull’occupazione, a destra per una riluttanza feticista ad abbandonare il marco). In Germania non sono pochi a pensare che il matrimonio tra marco e franco “non s’ha da fare”: Parigi, in materia di svalutazioni, non goderebbe di grande reputazione, avendone fatto ampio uso negli ultimi 20 anni. Le posizioni, in tema di convergenza monetaria, espresse dal mondo politico, industriale e finanziario francese sono estremamente variegate, a dimostrazione di un Paese particolarmente crucciato dalla perdita di ruolo a livello internazionale. Alla testa del part...
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