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1998,
Numero 1

Una bugia di nome Euro

di Adriano Savio

L’infortunio in cui la nostra zecca è precipitata per aver inciso la nuova moneta da mille lire con un’Europa senza Germania est dovrebbe forse far riflettere gli italiani sulla preparazione del nostro paese a quel passo fatale costituito dall’adozione dell’euro. Eppure, l’eurotrionfalismo, con cui la propaganda governativa sta da tempo strombazzando l’auspicato ingresso dell’Italia nell’unione monetaria, pare aver contagiato gran parte del paese. L’introduzione dell’euro - spiega graziosamente agli italiani un libretto stampato dal comitato che ha il compito istituzionale di preparare il passaggio dalla lira all’euro - dovrebbe essere una panacea di tutti i mali che non comporterà pericoli. Sarà solo necessario - “migliorare la mobilità del lavoro ed attenuare la rigidità e le inefficienza che impediscono l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”. Le imprese ne dovrebbero derivare “un sicuro vantaggio nel lavorare con una sola moneta” e “i lavoratori... beneficeranno dello stimolo alla crescita dell’economia “. Ma è proprio così?
E’ vero, ad esempio, che le imprese vedranno eliminato il rischio cambio ma è vero anche che i costi di transizione nell’adozione della moneta unica sa...