1998, Numero 1
Kosovo, atto secondo
di Fabiola Tedeschi
Complicata la storia, nei Balcani. Come una coperta troppo corta, che ognuno tira dalla sua parte, a seconda delle convenienze. Si trovano, poi, sempre e con estrema facilitŕ sedicenti storici e intellettuali, pronti a dare una patina d’accademia a leggende e a mistificazioni a uso e consumo del potere. Salvo poi ritirarsi dal ruolo di apprendisti stregoni d’accatto quando le loro parole in libertŕ scatenano un massacro come quello bosniaco. La regola della storia riscritta non fa certo eccezioni nel Kosovo, terra skipetara per gli albanesi che rappresentano ormai il 90% della popolazione, luogo di nascita della Serbia per Belgrado e per i suoi tanti nazionalisti. In Kosovo, parecchi secoli fa, nacque il primo re serbo, e sempre in Kosovo i serbi furono battuti nella loro piů importante battaglia contro la Turchia imperiale ottomana. “Quella Turchia che Vuk Isakovic odiava, non accorgendosi perciň dei suoi cortili lastricati, delle fontane zampillanti, dei ponti stupendi, indifferente di fronte alla bellezza dei minareti, diritti nel cielo come lance”. Il Vuk Isakovic, il comandante che condusse i suoi soldati all’attacco agli ordini dell’impero austriaco nell’epopea settecentesca ...
| |