1999, Numero 1/2
Il grande gioco di Slobodan Milosevic
di Mauro Martini
Sul Kosovo Slobodan Milosevic rischia grosso. Poco importa che il presidente della Federazione jugoslava abbia alle spalle tre guerre scatenate e perdute e come bilancio della sua attività politica possa vantare una Jugoslavia ridotta a ben poca cosa rispetto al 1991 e assai poco solida viste le tentazioni secessioniste di un Montenegro alla ricerca della propria strada. Il Kosovo è un’altra cosa: benché abitato nella stragrande maggioranza da albanesi, esso costituisce il cuore stesso dell’identità serba, quella stretta fusione tra storia nazionale e geografia territoriale. Per anni Milosevic e i suoi hanno creduto possibile dilatare i termini di tale fusione, sostenendo il principio secondo cui la Serbia era ogni terreno bagnato da sangue serbo, un principio che non ha retto e che, in virtù dell’ennesimo paradosso balcanico, oggi gli stessi nazionalisti serbi devono fingere di non ricordare nel tentativo di mantenere ben saldo il controllo su Pristina e dintorni, ricorrendo a una interpretazione la più rigida possibile dell’identificazione tra nazione e territorio. Perdere il Kosovo significherebbe inevitabilmente dover fare i conti in futuro con un’altra Serbia, diversa da quell...
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