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1994,
Numero 1

E il socialismo?

di Alessandro Baldasserini

Vedi alla voce “socialismo”: ‘movimento politico che, con varietà d’indirizzi e di metodi, tende a trasformare l’ordinamento sociale sulla base del diritto - uguale per tutti - al lavoro e al benessere’ (Nicola Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, edizione Zanichelli).
Ma in questa Italia che si avvia verso la fine del millennio in clima incerto e plumbeo, in questa “seconda Repubblica” dai contorni vaghi e dai punti di riferimento politici ancor più fumosi, la parola “socialismo” ha ancora un senso? Può rappresentare una valida bussola per chi rischia di smarrirsi, tra “karaoke” e mulini bianchi, in un Paese che tende a trasformarsi in un colossale spot pubblicitario dove gli emarginati, i “nuovi poveri” o - più semplicemente - coloro che non la pensano allo stesso modo e non sono d’accordo, vengono via via relegati in un angolo e dimenticati?
Qualcuno doveva aver calunniato il Socialismo, poiché senza che avesse fatto alcunché di male un giorno lo vollero processare. Potremmo cominciare così, parafrasando il famoso ‘incipit’ de “Il processo” di Franz Kafka, questo discorso che riguarda un secolo di lotte e di conquiste sociali: e in effetti quel che è avvenuto in Italia...