«La notte del 23 aprile ero col Comandante Viglio nella casa del custode della teleferica ad Aulogna. In fondo alla valle si vedevano le luci di Domodossola. Trillò il telefono. Subito il custode fece un cenno a Viglio e gli passò il microfono.
Altre volte a quell’ora ci avevano segnalato dalla Centrale di Masera i movimento dei tedeschi e delle brigate nere. “Va bene” disse Viglio. “Sciendiamo subito”. Non passò che mezz’ora: l’“VIIIa Matteotti” era in marcia. Un niente di luna lasciava intravvedere il sentiero. La notte era piena di silenzio e di primavera. L’ordine diceva: raggiungere al più presto il ponte di Preglia e tagliare la ritirata alla Colonna blindata tedesca. La Brigata arrivò al ponte che già si udivano i motori delle macchine. Alcune mitragliatrici incominciarono subito a sparare dal greto del fiume: le autoblinde del nemico risposero rabbiosamente. La colonna riuscì a passare. Ma le prime luci del giorno ci trovarono a Domodossola, riconquistata.
Nel pomeriggio Viglio di disse che saremmo partiti per Cannobio. “Domani sera attraverseremo il lago con grandi zattere e proseguiremo, con altre formazioni, per Varese e oltre”. La notizia mi fece tremare il cuore di com...