1995, Numero 2/3
EDITORIALE
di Critica Sociale
Chi l'avrebbe mai detto? solo pochi mesi fa la situazione nel nostro disgraziato Paese pareva chiara a tutti, anzi limpidissima. Addirittura non c'era neppure la necessitŕ di arrivare fino in fondo, svolgendo regolari processi: la pena era stata comminata "coram populi", i malfattori puniti, il Paese aveva trovato la causa di tutti i suoi mali e individuato nuovi santi a cui votarsi. Certo, rimaneva qualcuno che stonava nel coro della nostra nobile e libera stampa, qualcuno che timidamente si sforzava di ricordare che il diritto non permetteva lo strapotere di cui i nostri magistrati si erano arrogati, la invadenza in sfere pertinenti ad altri poteri dello Stato, i metodi a dir poco sbrigativi, gli atteggiamenti faziosi, le preferenze per questa o quella parte politica. Ma questo qualcuno era presto zittito con l'infamante accusa di essere non dalla parte del diritto e della civiltŕ, ma "oggettivamente" schierato al fianco dei corrotti, dei concussori e dei mafiosi. Fa pena, oggi, rileggere le dichiarazioni di campioni della sinistra italiana che, in barba alla propria, gloriosa tradizione di garantismo e di difesa dello stato di diritto, speravano di affidarsi alla cosiddetta ...
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