1995, Numero 2/3
IL VOTO CHE DECIDE
di Giorgio Ruffolo
Non sono un esperto di flussi elettorali, ma mi sembra persino banale presumere che i voti guadagnati dal Pds nelle elezioni regionali rispetto alle politiche del '94 (3,4 punti) non possano provenire da elettori comunisti o, comunque, della sinistra "dura" che, se mai, gliene ha sottratti ingrossando il cospicuo bottino di Rifondazione; né da elettori democristiani, che si sono divisi tra popolari, cristianodemocratici e clericomoderati. Tanto meno da serbatoi di destra. Ed è altrettanto legittimo presumere che una fonte cospicua di questo recupero stia in quelle parti dell'ex elettorato socialista (alle regionali i socialisti sfioravano il 15%) che ha inteso riprendere la sua naturale collocazione a sinistra; che non ha preso sul serio proposte elettorali di centro, precarie e improvvisate; che ha investito la sua fiducia nell'impegno socialista ed europeo del Pds. Questa plausibile ipotesi può e, secondo me dovrebbe, riaprire un discorso chiuso troppo in fretta e troppo male: quello della presenza dei socialisti nella politica italiana. Il Psi è stato travolto dal torrente di Tangentopoli: non certo perché ne fosse il solo responsabile, ma perché si era posto, in modo arrogant...
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