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1995,
Numero 5

EDITORIALE

di Critica Sociale

Il nostro impegno per l'affermazione di una giustizia giusta prosegue, sottolineando alcuni documenti e alcune notizie che sulla stampa nazionale, prigioniera del conformismo e, in alcuni casi, complice del disegno di potere dei magistrati, hanno avuto una eco scarsa e distorta Le ragioni che ci spingono in questa nostra battaglia sono chiarissime ci sentiamo impegnati affinché nel nostro Paese non si affermi un clima da "stato di polizia", nel quale i cittadini si sentano vittime disarmate dell'arbitrio e della prepotenza Sentiamo il dovere di investire tutte le nostre energie per riaffermare che il monopolio istituzionale della violenza, assegnato all'ordine dei magistrati, non può e non deve divenire lo strumento con cui piegare il nostro Paese a volontà e interessi oscuri e inconfessabili. Sappiamo che questa battaglia e difficile e che le armi di cui sono dotati i nostri avversari sono ben più affilate e efficaci di quelle di cui possono disporre coloro che vi si oppongono, ma sappiamo anche che la forza delle cause giuste, alla lunga e una forza inarrestabile. Già oggi il clima e la riflessione sulle questioni di giustizia e di civiltà cominciano ad assumere connotazioni pi...