1995, Numero 8
ITZHAK RABIN: SOLDATO DELLA PACE
di Paolo Pillitteri
Le vite di molti leaders israeliani si intrecciano con le vicende, per lo più guerresche, di quel Paese, e la politica sembra restituire a quegli uomini connotati di un passato comune, come se il crogiolo che li ha prodotti fosse davvero la turbinosa storia di una piccola nazione, costruita pezzo su pezzo dalla tenacia, dal sacrificio, dall'astuzia e dalle armi. Di Rabin, del suo essere prima soldato e poi politico, è stato scritto e narrato. Della sua semplicità, umanità, determinazione e lucida lungimiranza hanno parlato i capi di Stato raccolti attorno al suo feretro, in una corale testimonianza di affetto, in un tributo di meritate lodi. Anche noi, che avemmo la fortuna di. incontrarlo, sia pure brevemente, alla metà degli anni 70 e subito dopo la guerra del Golfo (1991), apparve come un dirigente socialista, laico, pacato, sereno, motivato e pieno di verve, come quando alla domanda provocatoria di un membro della delegazione "Allora Israele ha la bomba atomica!" rispose con un'ammiccante "Of course". Nel '91, dopo che parlammo a lungo con Shimon Peres che aveva un messaggio urgente e personale da consegnare a Betono Craxi, incontrammo di nuovo Rabin, questa volta, serio e ...
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