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1995,
Numero 8

SOLO ADESSO

di Francesco Damato

Incredibile ma vero. La sera del 26 settembre Rai treha inaugurato la serie delle trasmissioni dedicate al processo contro Giulio Andreotti per associazione mafiosa, apertosi a Palermo la mattina di quello stesso giorno, lanciando questa tesi: l'ex presidente del Consiglio è inchiodato alle sue responsabilità, e quindi condannabile, perché già nel 1978 Aldo Moro nel covo dove era tenuto prigioniero dai brigatisti rossi aveva scritto di lui cose terribili, giudicandolo per quello che era ed è, un uomo cinico, capace di tutte le nefandezze, meritevole di passare non alla storia ma alla cronaca. E per cronaca si intende ora quella giudiziaria, viste le accuse che gli ha formulato la Procura di Palermo. Questa tesi, accennata più o meno chiaramente in una "scheda" filmata che presumeva di ricostruire la lunga carriera politica di Andreotti, notoriamente capo del governo all'epoca della tragica fine di Moro, è stata sostenuta e sviluppata nello studio televisivo, nel dibattito che ne è seguito, dalla conduttrice Lucia Annunziata con l'assenso, se non con l'appoggio, fra gli altri, di Ugo Pecchioli. Il quale nel 1978, oltre che "esperto" dei servizi segreti sovietici, era vice presid...