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1995,
Numero 8

LE PRIVATIZZAZIONI SELVAGGE CONTINUANO

di Umberto Dragone

Mi spiace molto ma nella discussione, sul come privatizzare l'Enel, o rendere il servizio più efficiente attraverso la concorrenza tra più soggetti impegnati nella produzione, trasporto e distribuzione dell'energia, sul come vendere o svendere l'Ente, tanto per citare tutte possibilità, anche quelle pudicamente taciute, hanno torto, De Mattè, De Benedetti jr, Scognamiglio, Cipolletta, Cavazzuti, ed alcune altre dozzine di reputati economisti. E più che mai, ha torto un fabbricante di calci di fucili da caccia diventato, per bizzarria della sorte ma anche fortunatamente per poco tempo, ministro dell'Industria nel Governo italiano e non al Carnevale di Viareggio. Ha invece ragione il neoministro, Alberto Clò. Lasciamo perdere, in questa sede, se la privatizzazione del settore elettrico sia utile o meno al Paese. I fautori della nazionalizzazione, trent'anni or sono furono bollati come bolscevichi che volevano abbeverare la cavalleria cosacca nelle fontane di S. Pietro (Valerio e C. cercarono di strappare a Pio XII una dichiarazione in questo senso. Il S. Padre, saggiamente, rifiutò). E penso con nostalgia a De Gasperi, Mattei, Lombardi, La Malfa, E. Rossi, Vanoni, Saraceno. Talvolta ...