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1995,
Numero 9

IL RICORDO DI PIETRO NENNI

di Pietro Nenni

Io non ho conosciuto che tardi, in questi ultimi tormentati anni, Anna Kuliscioff. Ho varcato la soglia della casa sua e di Filippo Turati il famoso "salotto" con qualche trepidazione. Vi ho trovato quello che istintivamente cercavo: la fer mezza serena di chi sa che ciò che è stato distrutto, risorgerà. Di Anna Kuliscioff mi colpì soprattutto la facoltà di introspezione, che Le consentiva di capire immedia tamente lo stato d'animo dei suoi interlocutori e, oserei dire, di rivelarlo a loro medesimi, con una sin tesi lucidissimaAssumeva coi giovani, non la rigidità cattedratica di certe più o meno illustri cariatidi, che fanno piovere dall'alto i loro giudizi inappellabili, ma una confi dente benevolenza che annullava nei limiti del pos sibile le distanzeCosì mi parve che considerasse con indulgenza sim patica il mio fondamentale ottimismo e che pur non condividendo il mio fervore non si nascon desse quale potente leva politica e morale poteva essere, in quest'ora, l'unità socialista. Ancora La vedo, al suo solito angolo del divano verde, il melan conico volto incorniciato dal fumo azzurrognolo della sigaretta, prestare orecchio ad una conversa zione che avevo, su questo so...