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1996,
Numero 1/2

UNA VITA DA OSCAR

di Giorgio Caldonazzo e Paolo Fiorelli

Non ci fosse stata Tangentopoli, Bettino Craxi avrebbe governato l'Italia dei primi anni Novanta e Oscar Luigi Scalfaro avrebbe fatto il tranquillo pensionato al Quirinale. Appena salito sullo scranno più alto della Repubblica, infatti, avrebbe nominato il leader socialista Presidente del Consiglio. Bettino avrebbe ringraziato e Oscar proseguito nel suo itinerario di gran saggio, piuttosto triste, brontolone, ma fondamentalmente innocuo portabandiera democristiano. Invece, è scoppiato il pandemonio di Tangentopoli a scombinare i piani della Prima Repubblica. La Dc è crollata, il Psi scomparso, i vecchi equilibri politici saltati. E il Quirinale è diventato una navicella senza bussola, in mare aperto e burrascoso. Faticosissima da governare. Complicata da dirigere, non si sa bene dove. Rassegnato alla faticaccia, Oscar si è messo al lavoro, alternando una pazienza certosina e robuste virate. Fedele al motto di tutta una vita: primo, non prenderle. Secondo, fare anche bella figura. Così ha cercato di soddisfare un po' tutti: i vecchi potenti barcollanti, ma non ancora del tutto sbalestrati e la folla vociante e bisognosa di epurazioni e cambiamenti. La prima testa a saltare, allora, ...