1996, Numero 1/2
UNO, DUE, TRE
di Margherita Boniver
La vicenda umana di Antonio Di Pietro, per quella che sta rivelandosi, non meriterebbe neppure un'ulteriore parola di commento, oltre a quelli profusi in questi giorni da tutti i media nazionali. Molti tra i suoi grandi estimatori sembrano voler liquidare la faccenda come la triste storia di un giovane campagnolo troppo ambizioso e un po' maldestro. Ora ci toccherà sopportare i loro contorcimenti linguistici. Dopo aver consumato fiumi d'inchiostro per illustrare agli italiani quanta limpida nobiltà d'animo, quanta forza, quanta onestà la provvidenza aveva concentrato in un solo uomo, si sbracceranno per dimostrare la fragilità umana dell'eroe. Per noi Di Pietro finisce qui e come a chiunque altro, offriamo all'indagato la nostra solidarietà e all'uomo la nostra comprensione. Non si deve essere altrettanto generosi per quanto riguarda il suo operato come magistrato. Da quanto è fino ad ora emerso, e non è che la punta di un iceberg, l'intera sua attività dovrà essere ricontrollata. La giustizia non può tollerare il sospetto di un fine diverso che la sua applicazione. C'è chi ne è morto, ci sono famiglie devastate, carriere distrutte, e ora non si può più escludere categoricamente ch...
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