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1996,
Numero 1/2

UNO STATUTO PER I DIRITTI DEI LAVORATORI

di Antonio Giagni

"La Costituzione entra in fabbrica"' Coś titolava l'Avanti! di venerd́ 15 maggio del 1970 annunciando che lo "Statuto dei lavoratori" era diventato legge dello Stato. Il giorno precedente, infatti, il provvedimento voluto da Giacomo Brodolini era stato definitivamente approvato dalla Camera con il voto favorevole dei partiti del centrosinistra e l'astensione dei comunisti e degli psiuppini. L'atteggiamento ambiguo e chiaramente elettoralistico del Pci era stato duramente stigmatizzato dai socialisti e dallo stesso ministro del Lavoro, il Dc Donat Cattin, il quale nella sua replica tenne a sottolineare come i comunisti "contraddittoriamente da un lato concordano sull'urgenza di approvare il provvedimento, e dall'altro sostengono la necessità che si pervenga subito dopo all'emanazione di un provvedimento radicalmente diverso". C'erano voluti diciotto anni perché quella che fu la prima idea di uno "statuto dei diritti dei lavoratori" si traducesse in una legge dello Stato. Il primo progetto, infatti, fu reso noto da Giuseppe Di Vittorio nel dicembre del 1952, al terzo congresso della Cgil e, sostanzialmente, richiamava le norme della Costituzione, confermandone il pieno vigor...