1996, Numero 3/4
I PARADOSSI DEL MAGGIORITARIO
di Donato Robilotta
Per mesi ci hanno spiegato che non si poteva votare nel momento in cui l'Italia aveva la presidenza del semestre europeo, che l'economia non avrebbe retto e che senza riforme e regole non ci sarebbe stata nessuna maggioranza stabile, e che con il mattarellum o bassaninium avevamo seriamente di fronte il rischio Weimar. Ma tutto questo non è bastato. La debolezza di D'Alema e Berlusconi, incapaci di tenere a freno le voglie elettorali di un Fini offuscato dal miraggio dei sondaggi, e di un De Mita voglioso di tornare in campo, ha provocato nuovo caos e confusione. Nessuno aveva calcolato che questa classe dirigente imbelle, figlia della 2a Repubblica, non riuscisse a chiudere un accordo di governo già fatto. Quella che Nenni chiamava la "politique d'abord", ma comunque la politica, quella con la P maiuscola che guida i grandi processi di trasformazione è oggi assente dal palcoscenico italiano. Oggi tutti affermano che il parlamento è debole, è esautorato e che un Paese democratico non può andare avanti con governi tecnici, e che la politica è inesistente. La realtà è che lo scontro di potere in atto dagli inizi degli anni '90 ha trasformato il nostro Paese in un vero e proprio Fa...
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